Il blog che non c'era,e di cui (forse) non se ne sentiva la mancanza...
P.s. e' aperto a tutti,anche agli anonimi...
lunedì 28 marzo 2011
Ciao Mario
Ciao Mario,ora che potevi goderti la pensione con tua moglie e i tuoi figli,il destino ha deciso diversamente.Ci consola che sei mancato mentre praticavi la tua grande passione
Ci hai lasciato senza fiato e senza parole.
Riposa in pace.
non conoscevo Mario ma era coetaneo di mio padre quindi fa un certo effetto..a parte questo posso dire che tanti anni fa anche io sono salito in cima al Pizzo Stella e, beh, è stata una giornata indimenticabile. Tanto che mi ricordo ancora la data: 15 settembre 1996. Di sicuro, dai 3163 metri di quella piramide, avrà visto anche lui un panorama fantastico e magari avrà scritto due righe sul diario degli alpinisti chiuso in un tubo di metallo legato alla croce. Quindi boh, se proprio si deve finire, forse meglio finire così che in un letto d'ospedale o travolto in bicicletta da un'auto.
Mi dispiace molto per quello che è successo al tuo amico Marco. Non lo conoscevo personalmente; ma so che era una brava persona. Certo sarà partito al mattino tutto entusiasta, e non ha più fatto ritorno. Queste disgrazie fanno pensare, magari ha lasciato qualcosa in sospeso, qualcosa che doveva concludere al ritorno e non ce ne è stato il tempo. Ecco, il tempo: a volte noi lo sprechiamo banalmente e lo lasciamo scivolare via come sabbia fra le dita, poi si vorrebbe tornare indietro per recuperarlo, magari per vivere più consapevolmente. Nel Vangelo secondo Matteo ecco una frase che ben si adatta a ciò che è accaduto: "Vegliate dunque, perchè non sapete nè il giorno, nè l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà".
non conoscevo Mario ma era coetaneo di mio padre quindi fa un certo effetto..a parte questo posso dire che tanti anni fa anche io sono salito in cima al Pizzo Stella e, beh, è stata una giornata indimenticabile. Tanto che mi ricordo ancora la data: 15 settembre 1996. Di sicuro, dai 3163 metri di quella piramide, avrà visto anche lui un panorama fantastico e magari avrà scritto due righe sul diario degli alpinisti chiuso in un tubo di metallo legato alla croce. Quindi boh, se proprio si deve finire, forse meglio finire così che in un letto d'ospedale o travolto in bicicletta da un'auto.
RispondiEliminaMi dispiace molto per quello che è successo al tuo amico Marco. Non lo conoscevo personalmente; ma so che era una brava persona. Certo sarà partito al mattino tutto entusiasta, e non ha più fatto ritorno. Queste disgrazie fanno pensare, magari ha lasciato qualcosa in sospeso, qualcosa che doveva concludere al ritorno e non ce ne è stato il tempo. Ecco, il tempo: a volte noi lo sprechiamo banalmente e lo lasciamo scivolare via come sabbia fra le dita, poi si vorrebbe tornare indietro per recuperarlo, magari per vivere più consapevolmente. Nel Vangelo secondo Matteo ecco una frase che ben si adatta a ciò che è accaduto: "Vegliate dunque, perchè non sapete nè il giorno, nè l'ora in cui il Figlio dell'uomo verrà".
RispondiElimina